Ortopedia Tecnica Gasparini

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Casi tipici legati a mestieri, sport e situazioni.

7 Giugno 2021 by Ortopedia Tecnica Gasparini

Bentornati a tutti i miei lettori, spero  che il ritorno alla normalità stia procedendo bene e senza troppe sorprese.

Volevo raccontare alcuni casi tipici legati a mestieri, sport e situazioni, tratti dall’esperienza reale, per aiutare molti di voi a riconoscersi senza pregiudizi nel caso di qualcun altro e da quello farsi ispirare.

Per rendere questo articolo più intrigante, ho deciso di narrare i fatti al contrario, partendo magari dalla fine della storia, per mettere in primo piano il punto di arrivo del processo di valutazione e di creazione della soluzione e fornirvi un’idea viva di come ci si senta dopo aver risolto un fastidioso problema.

L’aspetto curioso del racconto consiste nella scoperta progressiva dell’identità del paziente protagonista del caso. Uno di noi che un giorno ha incontrato un ostacolo e ha deciso di non rassegnarsi al dolore e al disagio.

Quindi dicevamo che si parte al contrario:

Bonate Sopra, un venerdì sera dello scorso fine luglio intorno alle sette, dopo una giornata piena di appuntamenti. Finito l’ultimo paziente, scendo nel locale sotto lo studio perché ho deciso che mi merito una birra rinfrescante. Ordino la mia birra e me la gusto, la mascherina unita alla visiera rendono tutto più difficile, si sa. La sete è costante. Penso che per questa settimana è finita, scorrono altri pensieri liberi e veloci, la tensione comincia a mollare. Vado a pagare in cassa e la ragazza mi fa cenno che non devo nulla perché il conto è già stato sistemato.

Sorpreso, accenno con le mani un perché. Lei gira gli occhi verso sinistra e a quel punto vedo l’ultimo paziente con il suo drink in mano, una gamba giù dallo sgabello. Mi strizza l’occhio alza il bicchiere, credo di intravedere un fumetto che dice: ”grazie”. Annuisco con la testa, alzo la mano destra in segno di saluto misto a ringraziamento. Esco dal locale ancora col sorriso, non visto, mi dico a bassa voce “bene dai”, stringo il pugno e esulto, da solo, col braccio a mezz’aria.

Due mesi prima, dopo la riapertura delle attività, mi arriva una chiamata breve e concisa, fisso un appuntamento per le 19 di due giorni dopo. Scrivo in agenda sig. X per valutazione posturale. Il racconto è stato essenziale: “mi hanno detto di venire da lei che si occupa di queste cose, arrivo non prima delle sette di sera, vengo diretto dal lavoro”.

Quale lavoro? Quali cose? Vedremo dico tra me e me.

Arriva il giorno dell’appuntamento, con quasi mezz’ora di anticipo suona il campanello il Sig. X.

Zaino su una spalla, jeans vissuti, scarpe comode. Inizio la valutazione prima di parlare. Spalle leggermente ricurve, braccia forti e asciutte, mani nodose con palmi grandi, qualche vecchia cicatrice. Gambe asciutte, muscoli e tendini tesi, passo calcato.

Non ci stringiamo la mano, non si fa più. Lo faccio accomodare, ha la mascherina, io pure, mi sa che parleremo poco. Apre lo zaino e tira fuori qualcosa. Adesso non posso dire cosa fosse sennò svelo il finale.

Capisco che quel qualcosa è il motivo per cui il Sig. X è lì.  Mi mostra i punti dove ha dolore. Mi racconta come si manifestano i fastidi, mi colpiscono alcune parole chiave del suo racconto tra cui blocchi di pietra, movimenti a risparmio, poca sensibilità, dolori alle piante dei piedi, a polpacci e ginocchi. Vedo preoccupazione, certe volte la vita non lascia molte alternative, ci si sforza, si resiste ma non si molla, lui però non lo dice.

Comincio la mia valutazione, impronte, analisi computerizzata del passo, postura, anche e schiena, viene poi il momento delle domande.

Una volta tornato a sedere il Sig. X, risponde alle mie richieste e intanto preme sotto il piede nel punto dove il dolore è maggiormente concentrato, lo fa quasi in modo inconsapevole e in questo tradisce un pensiero ricorrente.

Stampo la valutazione e gliela mostro, lui annuisce, parlo allora della soluzione. Devo trasferire con chiarezza come intendo porre rimedio al dolore continuo a piedi e gambe del mio paziente, voglio che prefiguri anche lui come il plantare gli porterà sollievo e a quali condizioni.

Spiego al mio paziente, un lavoratore edile quarantenne, che il plantare all’interno delle scarpe anti-infortunistiche, non di rado acuisce alcuni problemi del piede, ma con un plantare apposito – solo per la scarpa da lavoro – si può correggere gli appoggi dentro alla scarpa professionale e si può inoltre ripristinare le fasi del passo che altrimenti vengono impedite dalla struttura rigida della calzatura. 

La condizione essenziale è che il plantare venga portato con continuità in cantiere.

Due mesi dopo, il Sig. X viene zelante a effettuare il primo controllo, poche parole all’ingresso, controllo il plantare, chiedo come va. Lui mi risponde che funziona, che i dolori sono attenuati che i piedi non dolgono più. Restituisco il plantare e gli dico di tornare tra sei mesi. Lui li agguanta e li mette al sicuro nello zaino. Saluta andandosene poi si ferma e dice che ci sarà.

La fine l’avete già letta, lavorare senza dolore è possibile anzi è un diritto.

 

A presto.

 

Pierpaolo Gasparini.

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Domande e Risposte

4 Giugno 2021 by Ortopedia Tecnica Gasparini

Meditavo giorni fa su quello che avrei scritto questo mese nella rubrica e mentre prendevo al vaglio varie idee mi sono soffermato a pensare al bagaglio di esperienza che raccolgo quotidianamente dall’interazione con i pazienti. Vi sono grato da sempre per la ricchezza professionale accumulata e questo sentimento si rinnova ogni giorno, settimana, anno.

Mi è quindi venuta voglia di scrivere una cosa semplice e diretta che possa andare a beneficio di tutti: una bella lista di domande e risposte, anche le più simpatiche che fanno un po’ sorridere a pensarci. Mi piace condividere una conoscenza lieve e accessibile che riesca ad aprire porte e sollevare dubbi.

Inizierò da una domanda a caso tra quelle che mi vengono rivolte e proseguirò esponendo via via tutti i quesiti che mi vengono in mente.

D. Si possono lavare i plantari ortopedici?

R. ma certo che è possibile, anzi, è la cosa da fare. I plantari si lavano semplicemente con acqua e sapone e si asciugano all’aria – non sul calorifero o nell’asciugatrice -. Raccomando sempre di farlo soprattutto ai pazienti che hanno problemi di eccessiva sudorazione ai piedi o che sono affetti da diabete.

D. Dove vanno inseriti i plantari ortopedici?

R. mai dentro a calze e calzini, sempre dentro a scarpe sportive allacciate con soletta estraibile o in altro paio di calzature che possano recepirli nello spessore. Si possono portare anche a contatto con i piedi nudi se uno si trova a suo agio ma è necessario che siano ben bloccati dentro la calzatura

D. Si può usare uno stesso paio di plantari sia nelle scarpe di tutti i giorni che nelle scarpe da corsa/bicicletta/calcio/basket?

R. No, questo non va bene. Le sollecitazioni specifiche dell’attività sportiva necessitano di appoggi calibrati rispetto alla deambulazione normale. Occorre fare attenzione a questo aspetto perché nel contesto sbagliato un paio di plantari diventano inutili o perfino dannosi.

D. Quante ore al giorno vanno portati i plantari?

R. Idealmente almeno 8 ore. L’uso continuativo aiuta il cervello a recepire stimoli continui e a mandare impulsi modificati alla periferia – appoggi plantari -. Consiglio di tenerli anche in casa magari dentro ad un paio di ciabatte predisposte se non si è abituati a portare scarpe. Se poi capita di dover uscire per un impegno che richiede scarpe eleganti, nessun problema, basta garantire ai piedi continuità nella vita di tutti i giorni, qualche ora una volta ogni tanto si può farne senza

D. Ogni quanto tempo bisogna rifare i plantari?

R. bella domanda. Consiglio sempre di mantenerli controllati per evitare sorprese. La routine di solito è la seguente: dopo due mesi dalla consegna il primo controllo serve a verificare che stiano funzionando a dovere, in seguito ogni sei mesi. Questa cadenza consente di mantenere il loro funzionamento al meglio. Se poi interviene qualche cambiamento importante – infortunio, dimagrimento/aumento del peso, operazioni chirurgiche o qualche patologia – bisogna immediatamente valutare il riflesso sugli appoggi. Per i bambini ovviamente il discorso cambia perché loro crescono, talvolta rapidamente, e i loro tempi sono personalizzati.

D. Si può rinnovare un plantare soltanto?

R. No, gli appoggi devono essere armonizzati pertanto si rifanno sempre in coppia per evitare che la postura di sbilanci.

D. Si possono portare plantari in gravidanza?

R. Si, anzi direi che è una cosa buona da fare perché danno supporto alla postura che cambia durante la gestazione. Ovviamente dopo il parto quei plantari non saranno più utilizzabili quando la postura torna normale. Anche in caso di successiva gravidanza sarà necessario una nuova valutazione posturale e un nuovo paio di plantari.

D. Fino a quale età si possono portare i plantari?

R. sempre finché si è in grado di stare in piedi e camminare. Più passa il tempo e più si rendono necessari per prevenire mancanza di equilibrio e appoggi incorretti.

D. Si può guarire e smettere di portare i plantari ortopedici dopo un po’ di anni?

R. Per gli adulti la risposta è negativa, il passare del tempo e il suo impatto sul nostro sistema osteo-articolare sono inarrestabili – per fortuna che i plantari ci possono dare una mano a sostenerci – . per i bambini prima di una certa età alcuni problemi si possono risolvere in qualche anno.

D. È grave dover indossare dei plantari?

R. assolutamente no. A dire il vero forse ne abbiamo bisogno proprio tutti. In alcuni paesi europei è prassi del sistema sanitario concederne gratuitamente almeno un paio all’anno in condizioni normali.

D. E se uno ha il diabete?

R. in questi casi il plantare viene rivestito con materiali speciali per garantire massima igienicità al piede dentro la scarpa. In generale un plantare è quasi sempre consigliato dagli specialisti perché sostiene e ammortizza l’appoggio dei piedi e la diminuisce l’attrito all’interno della scarpa.

D. I plantari standard che si trovano in commercio per alleggerire i punti di pressione sono molto diversi dai suoi?

R. Si io faccio plantari personalizzati a fronte di un check up posturale e dell’analisi del passo. Difficilmente esistono due piedi e due appoggi uguali al mondo, neanche nei gemelli …

Ecco queste sono pillole basilari per chi si avvicina per la prima volta all’uso di plantari, spero vi siano utili.

Chiedere è sempre il modo migliore per conoscere e soprattutto non è mai banale.

Un caro saluto.

 

Pierpaolo Gasparini.

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Check up posturale, tanto semplice quanto importante.

3 Giugno 2021 by Ortopedia Tecnica Gasparini

 

Riflessione 

Nell’ultimo anno la vita di tutti noi è cambiata. La maggior parte della nostra giornata si svolge all’interno della casa/posto di lavoro e, a parte il poco e agognato tempo a fare la spesa, restiamo più seduti, sedia – divano – sedia o spostandosi tra le mura di casa.

Insomma una vita prevalentemente sedentaria che sollecita alcune parti del nostro corpo mentre ne risparmia altre. E’ forse un bene? No di certo stando alle continue richieste di appuntamenti che mi giungono dai pazienti che lamentano crescenti difficoltà di deambulazione.

Io come tanti professionisti della salute tra cui medici ortopedici, fisiatri, osteopati, fisioterapisti, osserviamo un aumento delle problematiche legate al mancato movimento e alla variazione degli equilibri dell’apparato muscolo-scheletrico. Ciò detto mi sembra opportuno dedicare un po’ di tempo a questo argomento che tocca così da vicino tutti noi.

Vi parlerò quindi di postura, quel magico e instabile equilibrio tra muscoli, tendini, ossa e forza di gravità che il nostro corpo cerca di trovare al mutare delle condizioni in cui si trova a vivere.

Mi sono divertito a cercare l’origine della parola nel vocabolario per trarre ispirazione dalla saggezza del passato e ho trovato degli spunti interessanti. Postura deriva dal latino “ponere” ovvero “mettere” in italiano ma assume anche nel tempo il significato di imbroglio, inganno, contraffazione della verità.

 

ANALISI POSTURALI

Pensando alle analisi posturali trovo consonanza in queste definizioni. In effetti spesso chiedo due cose semplici ai miei pazienti: ma lei come sta? Mi racconti la sua quotidianità ovvero quali attività svolge o svolge meno, cosa pensa dei suoi problemi/dolori, come viveva prima che insorgessero?

Ecco in poche parole il senso della postura si svela attraverso il vissuto e le percezioni dei pazienti. La postura infatti spesso rivela ma anche nasconde le cause del dolore/disagio. Il corpo cerca un bilanciamento e decide come compensare gli squilibri.

Occorre quindi fare un buon utilizzo delle parole dei pazienti durante il check up posturale. Il resto ce lo racconta il corpo.

Il check up posturale consiste in buona sostanza nella valutazione sia statica che dinamica della posizione che il corpo, in posizione eretta, assume dalla testa ai piedi e vice-versa. Lo eseguo utilizzando esperienza, tecnologia, osservazione e conversazione. L’appoggio plantare e la relativa distribuzione dei carichi possono già rivelare molto, si prosegue osservando caviglie, ginocchia e anche.

Si continua con spina dorsale per giungere alle spalle, le braccia e il collo ed infine la testa sede di denti, orecchi e occhi.  Successivamente si passa alla fase dinamica, il paziente cammina attraversando più volte una pedana che cattura le fasi del passo mentre io continuo a controllare gli atteggiamenti del corpo in movimento tenendo sotto controllo più aspetti allo stesso tempo.

Parlando col paziente si aggiunge al quadro di valutazione il racconto dei fastidi e degli eventi che lui/lei mette in relazione alla situazione. Capita che i dati raccolti siano sufficienti ma in alcuni casi non è così e allora faccio ulteriori domande per chiarire il quadro.

Ultimamente il racconto che i pazienti mi fanno della loro quotidianità evidenzia un aumento delle circostanze che possono affliggere la postura. Più tempo seduti, l’uso protratto di pantofole, diminuzione delle cure dentali, un callo dolente da togliere, meno attività fisica, gli occhiali da cambiare, aumento della lettura da cellulare/smartphone, crescita del peso corporeo, visite da specialisti rimandate, una lunga degenza seguita da un lento recupero.

ULTIME RACCOMANDAZIONI

La buona notizia è che con l’utilizzo di un plantare personalizzato si può dare sollievo e riequilibrare la postura a condizione che il paziente si impegni a indossarli almeno 8 ore al giorno per far sì che mente e  corpo memorizzino nuovi stimoli. Non di rado, nei casi più complessi, il mio lavoro necessita di essere affiancato da quello di altri professionisti della salute per raggiungere risultati ottimali per la postura del paziente.

Traggo sempre molta soddisfazione dallo scambio di pareri professionali perché mi aiutano a supportare al meglio i miei pazienti e ad accrescere le mie conoscenze in un così affascinante e sfidante.

Sorrido pensando a ciò che sto per scrivere ovvero che tornando alle abitudini di sempre qualcosa cambierà di nuovo perché la nostra postura si sarà adattata alla nuova situazione. Ai controlli periodici saprò cosa chiedere ai pazienti e loro sapranno cosa segnalare ma solo il corpo potrà confermare le nostre ipotesi.

La postura tenta costantemente di darci equilibrio tra terra e cielo anche mentendoci pur di garantirci continuità. Col mio lavoro ho imparato e continuo a dialogare con lei per supportare il suo immane sforzo di bilanciamento del nostro corpo.

Io sto dalla sua parte!

 

Pierpaolo Gasparini

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Da più di 20 anni dalla parte dei piedi e del loro benessere

26 Ottobre 2020 by Ortopedia Tecnica Gasparini

Plantari per problemi di postura - Ortopedia Tecnica Gasparini a Bergamo
Plantari per problemi di postura – Ortopedia Tecnica Gasparini a Bergamo

I piedi ci sostengono e ci portano nel mondo dal primo anno di vita in tutte le stagioni, al variare del peso corporeo, nel lavoro, nello sport, nel divertimento, nelle mille attività quotidiane di giovani donne e uomini, genitori, nonni.

Ma chi si occupa di loro?

È da questa apparente semplice domanda che nasce la storia, o meglio la “missione” dell’Ortopedia Tecnica Gasparini, cioè prendersi cura del benessere dei piedi mettendosi dalla loro parte e sostenendoli con i plantari giusti. «Passione e tecnologia. Sono questi gli ingredienti fondamentali per fare di un plantare un “compagno di strada” affidabile. 

Si conosce, si osserva, si rileva, si prova, facendo parlare e camminare i piedi e chi ci sta sopra. Poi si passa in laboratorio dove le mani e le macchine creano plantari personalizzati» racconta Pierpaolo Gasparini, tecnico ortopedico, titolare dell’Ortopedia Tecnica Gasparini.

Pierpaolo lo impara fin da piccolo nello studio della mamma podologa quanto sia importante curare quei due raffinati piedistalli in movimento. Dopo la scuola di Ortopedia a Milano fa la gavetta in alcune delle principali Officine Ortopediche di Milano, su e giù dai reparti dell’Ospedale Ortopedico Gaetano Pini e poi in laboratorio, a plasmare, fresare e rifinire.

Dopo Milano è la volta di Bergamo, prima a Ponte San Pietro poi a Bonate Sopra dove la sua strada incrocia quella di Giuseppe, anche lui tecnico ortopedico, con vaste esperienze lavorative in Lombardia e all’estero, a Monaco, Innsbruck e in Cina. Ad unirli la stessa passione e lo stesso desiderio di creare benessere a partire dai piedi. 

Evoluzione tecnologica dei materiali e dei supporti alla diagnostica.

Non importa che si tratti di un bimbo o di un anziano. Per ognuno riescono a creare un plantare personalizzato, unendo l’arte artigianale alle potenzialità diagnostiche e realizzative oggi offerte dal computer e dalla tecnologia. «Grazie all’evoluzione tecnologica dei materiali e dei supporti alla diagnostica (come il check up computerizzato del piede, della postura e l’analisi del passo) oggi è possibile realizzare plantari personalizzati sulla morfologia di ciascuno e del suo passo che poi vengono rifiniti in laboratorio» continua Gasparini.

Ma quando può essere utile indossare un plantare?

«I plantari sono semplici soluzioni a piccoli e grandi problemi di piedi e/o postura. Possono essere utili a chi lavora nei cantieri, sulle impalcature per aumentare la sicurezza del movimento; agli sportivi; ai bambini per risolvere in modo naturale problemi come il piede piatto o il retropiede valgo.

Nell’adulto e nell’anziano l’uso regolare di plantari può dare benefici in caso di lombalgie derivanti da problemi posturali, atteggiamenti scorretti mentre si lavora o nella vita quotidiana (tacchi alti e punte strette, scarpe usurate, borse pesanti).

Il plantare assume poi una grandissima importanza nel coadiuvare le problematiche legate a patologie particolari come piede diabetico e piede artrosico, grazie alla capacità ammortizzante e a materiali specifici per evitare ulcere e piaghe».

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TUTTI INSIEME DALLA PARTE DEI PIEDI

26 Ottobre 2020 by Ortopedia Tecnica Gasparini

I plantari correttivi e sportivi sono una soluzione semplice per risolvere e prevenire molti disturbi di postura e del piede.

Molti pensano che i plantari servano solo in caso di problemi gravi. Sbagliato!

Grazie alla costante ricerca tecnologica in questo ambito, oggi rappresentano una soluzione semplice per risolvere o prevenire molti disturbi più o meno lievi e un supporto efficace per migliorare la postura, il comfort e persino le performance sportive.

«Dopo più di vent’anni in questo campo posso dire che per i piedi si può fare di più» dice Pierpaolo Gasparini, tecnico ortopedico, titolare dell’Ortopedia Tecnica Gasparini di Bonate Sopra, che ama definirsi “un professionista dalla parte dei piedi’!

Una storia, la sua, ancora relativamente giovane a Bonate Sopra, dove opera dal 2011 con laboratorio e studio, ma una più che ventennale esperienza specialistica in check-up posturali, analisi del passo e costruzione di plantari su misura. «Nella gran parte dei casi si ricorre ai plantari per problematiche conclamate.

Ma l’utilità dei plantari è potenzialmente molto più ampia. Diffondere la nuova cultura dei plantari significa raccontare che plantari, oggi, offrono soluzioni a più livelli».

COMINCIAMO DAL PIÙ NOTO PLANTARE CORRETTIVO.

IN QUALI CASI È UTILE?

Il plantare su misura correttivo è un supporto in materiale tecnologico (agli esordi in sughero etc.) che viene inserito all’interno delle scarpe per agire in compensazione e correzione di vari tipi di problematiche alluce valgo, piede cavo, spina calcaneare, piede piatto, asimmetria del bacino, solo per citarne alcune.

Plantari per scarpe antinfortunistiche

CHE ALTRI TIPI Dl PLANTARI ESISTONO?

I plantari sportivi, una realtà ancora poco nota nonostante i notevoli vantaggi. Rappresentano un valido supporto per amplificare le prestazioni agendo in modo selettivo rispetto alla specificità della disciplina praticata, che esercita sollecitazioni diverse. Plantari “correttivi’ e sportivi, che forniscono un supporto sofisticato e puntuale, necessitano di un apporto diagnostico e tecnico ad elevata professionalità poiché l’errata valutazione o la errata realizzazione possono nuocere invece che aiutare.

Per questo è importante il lavoro di squadra tra gli addetti alla diagnostica e al trattamento di questi pazienti (medici specialisti quali ortopedici, pediatri, reumatologi, medici di base, osteopati, fisioterapisti, riflessologi plantari, podologi) e il tecnico ortopedico nell’individuazione della soluzione. poi un altro ambito, promettente e già molto affermato in Francia e Germania, ovvero il plantare cosiddetto fisiologico e antalgico (F-A).

 

 

 

 

Dl COSA SI TRATTA?

Di un plantare, indicato per tutti coloro che non hanno problemi specifici, la cui funzione, parallelamente a quanto è avvenuto per scarpe e abbigliamento sportivi, è garantire maggior comfort nella vita di tutti i giorni adattandosi a molti tipi di scarpe.

I vantaggi derivanti dall’uso dei plantari F-A sono molteplici, non ultime l’azione preventiva e di sollievo dal dolore localizzato. Il plantare F-A aiuta inoltre la circolazione sanguigna riducendo il gonfiore delle gambe ed esercita un effetto benefico sul passo che diventa più agile e composto.

 

TORNANDO ALL’INIZIO, A CHI VI RIVOLGETE PER DIFFONDERE QUESTA NUOVA CULTURA?

Ortopedia Tecnica Gasparini ha una gamma di soluzioni che farmacie, parafarmacie, palestre, negozi di scarpe, abbigliamento sportivo, centri benessere e estetici e negozi di abbigliamento da lavoro possono proporre ai loro clienti. L’evoluzione tecnologica ha reso possibile la predisposizione di prodotti standard ad alta tipizzazione, creati a partire dalla raccolta 3D della casistica “non specifica” più diffusa. una prospettiva affascinante e promettente per clienti e operatori.

 

LE GRANDI RIVOLUZIONI DEL COSTUME SI FANNO CAMBIANDO IL PUNTO Dl VISTA.

NEL NOSTRO CASO… DALLA PARTE DEI PIEDI.
 

 

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