In questa intervista mi racconto e spiego da dove è partita la mia passione per l’ortopedia e come l’ho trasformata nel mio lavoro.
Se siete curiosi andate a vedere la mia intervista con RADIO NEWS 24 FM 98.2
Dalla parte dei piedi
In questa intervista mi racconto e spiego da dove è partita la mia passione per l’ortopedia e come l’ho trasformata nel mio lavoro.
Mentre scrivo l’inverno è ancora lontano da terminare e nel mese di gennaio, con la ripresa delle attività, noto il consueto aumento di pazienti che lamentano dolore ai piedi. Nei mesi invernali la necessità di indossare scarpe chiuse e più “pesanti” per riparare i piedi dal gelo e dall’umidità, fa avvertire maggiormente il fastidio ai piedi.
Il problema si verifica anche nelle altre stagioni ma in inverno, il minor numero di alternative in termini di calzature può trasformare il fastidio in un problema cronico, per alcuni una specie di martirio quotidiano. Mi riferisco per lo più ai pazienti adulti e più anziani ma non di rado anche a giovanissimi che la natura ha dotato di un piedistallo meno solido.
I pazienti si rivolgono ai medici e bussano alla mia porta con una diagnosi di METATARSALGIA, ovvero dolore nella regione del metatarso. Recepisco il messaggio e faccio parlare il paziente. Voglio sapere esattamente come avverte il dolore e quali altri fenomeni abbia osservato.
So di cosa si tratta ma solo facendo emergere l’esperienza soggettiva del paziente potrò successivamente spiegare la soluzione e motivare la persona a cooperare alla sua riuscita. Si perché tanto più la soluzione è semplice tanto più è difficile renderla credibile. Un paradosso? Niente affatto, una sofferenza prolungata non si placa con due parole o banalizzandone la soluzione.
Tutto questo per dire che tra i casi più frequenti su cui mi trovo a lavorare c’è proprio la metatarsalgia e le sue conseguenze e, eccezione fatta per quelle situazioni in cui l’intervento chirurgico sarà inevitabile, in molti altri casi la soluzione consiste in un plantare di adeguato spessore per scaricare la pressione nei punti di maggior carico.
In parole semplici, la metatarsalgia insorge quando l’arco plantare “cede” verso il basso e ciò facendo può determinare una serie di problemi tra cui l’alluce valgo, il quinto dito varo, le dita a martello, l’aumento di callosità su e tra le dita dovuto al mutato contatto tra di loro e con i materiali della scarpa.
In questi casi, supportato dalla diagnosi del medico, eseguo una valutazione degli appoggi e un’analisi computerizzata del passo che mi consentirà di localizzare e calcolare, con la massima accuratezza, come trasferire nel plantare i giusti spessori per dare sostegno all’arco del tutto o in parte “ceduto”.
Il seguito è piuttosto semplice: imposto il plantare a computer inserendo le dovute correzioni e avvio la fresa cad-cam per produrre il supporto nel materiale più adeguato. Una volta terminato ha inizio la fase di finitura a mano con cui mi assicuro che il plantare sia correttamente riuscito poi il paziente viene a ritirarlo, un’ultima prova e da quel momento l’arco plantare avrà uno spessore a suo servizio.Si torna a respirare profondamente e in poco tempo il dolore si attenua, qualche volta sparisce. Nelle piccole cose risiedono grandi soluzioni.
Pierpaolo Gasparini
Nella bella stagione, l’esposizione prolungata ai raggi del sole in combinazione con l’attività fisica, facilitano la crescita di bambini e ragazzi. Lo sanno i medici e lo sanno le madri. Niente di stupefacente, questo è il corso naturale delle cose.
In anni di attività, ho osservato più e più volte questo fenomeno e ne ho sempre tratto un senso di piacevole rassicurazione. Le cose vanno come devono andare, bambini e ragazzi cambiano. Ma la crescita ha i suoi modi e non per tutti le logiche sono uguali. La saggezza popolare ha registrato questi fenomeni e li racconta alla sua maniera, un po’ scherzosa e un po’ autorevole: “..i bambini crescono a pezzi”.
Non sono un medico pertanto non racconterò del perché questi cambiamenti si manifestino in modo diverso nei più giovani. Posso dire però che, sempre più frequentemente, al rientro dalle vacanze, pediatri, ortopedici e fisiatri constatando i cambiamenti, suggeriscono ai genitori di far eseguire un nuovo check up posturale e una nuova analisi del passo ai loro figli. In questo modo è possibile verificare se il plantare sia ancora ben calibrato o addirittura se occorra realizzarne uno per coloro che precedentemente non ne avevano bisogno.
Non di rado, capitano nel mio studio bambini che, durante l’estate, sono cresciuti in modo considerevole in altezza o come numero di piede. Talvolta, ricevo ragazzi ai quali un lato del corpo si è sviluppato più dell’altro, oppure la postura si è modificata in modo rilevante.
In genere, questi casi hanno una soluzione piuttosto semplice anche perché, diversamente da quanto avviene nell’adulto, bambini e ragazzi hanno ancora possibilità di evolvere e soprattutto, nel loro caso, i supporti correttivi possono compensare e aiutare un corretto sviluppo.
Per quanto imprevedibile sia la crescita essa è anche flessibile e recettiva. Con l’ausilio dell’evoluzione tecnologica, con cui si rilevano i cambiamenti e della scienza dei materiali si possono realizzare soluzioni sempre meno invasive e soprattutto più accurate e rapide.
Nessun allarme quindi solo un memorandum per il dopo vacanze, bambini e ragazzi hanno grandi risorse date dalla crescita. Le loro condizioni sono in evoluzione e spesso possono essere superate agilmente.
Nell’augurare ai lettori di questa rubrica buone vacanze e buona crescita ai loro figli, prefiguro il momento, sempre piacevole, in cui genitori e figli, con volti abbronzati e più rilassati, entreranno nel mio studio per i dovuti check up e io penserò che, anche stavolta, la natura avrà fatto il suo corso.
Pierpaolo Gasparini.
E’ la stagione del letargo per la natura ma non per i plantari che in questo momento dell’anno, vedono aumentare il loro utilizzo a tutto beneficio di piedi e postura. Per quanto piacevole sia il ricordo della stagione estiva e della maggiore semplicità con cui si vive, i piedi in realtà sopportano un carico più elevato e spesso, a questo maggior impegno, non corrisponde un adeguato sostegno. Di tale aspetto e delle possibili soluzioni ho già parlato nel numero estivo quindi non mi ripeterò in queste colonne, ciò che invece mi interessa sottolineare è che l’inverno con il suo corredo di scarpe chiuse è un ottimo momento per massimizzare l’azione dei plantari.
Non vorrei peccare di semplificazione ma mi piace vedere un secondo scopo nelle vicende della vita quotidiana. Con l’inverno la scarpa chiusa facilita l’uso del plantare e i piedi possono finalmente beneficiare dell’utilizzo continuativo del supporto senza che, il calore li costringa ad uscire allo scoperto e calzare ciabatte o infradito. Almeno otto/dieci ore al giorno è la raccomandazione che faccio ai miei pazienti e in modo continuativo altrimenti il sostegno è intermittente e il binomio cervello-corpo fatica ad abituarsi al continuo mutare degli appoggi sul terreno.
Quindi, al calare della temperatura e della luce inizia, in parole povere, la stagione dei plantari. In effetti nel mio studio aumenta il flusso di pazienti per check – up del passo e controlli di adeguato funzionamento del plantare; il laboratorio lavora con continuità dal mattino molto presto per produrre i nuovi plantari e per riassestare quelli già in uso. Insomma all’Ortopedia Tecnica Gasparini di Bonate Sopra siamo in alta stagione.
Tra l’altro, anche per questo motivo, lo scorso gennaio ho deciso di dare un nuovo assetto alla mia attività acquisendo una fresa cad-cam che produce i plantari direttamente nel mio laboratorio consentendomi di garantire una continuità di servizio adeguata alle esigenze dei pazienti. Minimizzare le attese è un aspetto cruciale per chi si avvale di plantari.
Addirittura ci sono pazienti che si dotano di coppie multiple di plantari per non doversene mai privare, neanche per cambiare scarpe. Il beneficio duraturo derivante da l’utilizzo continuativo diventa irrinunciabile per i pazienti che a partire dal momento che si alzano al mattino usufruiscono del tocco lieve ma determinante che le”solette” personalizzate danno per tutto il giorno.
Appena calzati scarpe e plantari, il binomio cervello-corpo inizia a recepire i messaggi dai piedi e restituisce una postura più bilanciata con cui attenuare dolori agli arti, indolenzimenti alla schiena, piedi dolenti e pesanti. Come due piccole mani con i palmi all’insu’ i plantari modellano con garbo e decisione il nostro passo alleggerendo perfino la sensazione del peso corporeo. E poi niente paura, i plantari si possono lavare con acqua e sapone per rinfrescarli come se fossero calze e si può anche personalizzarsi come fossero un’indumento-accessorio in grado di proiettare stile e personalità dall’interno delle scarpe.
Tempo fa mi è stato riportato di un giovane sportivo professionista che con i suoi plantari con livrea “mimetica” ha scatenato l’invidia e l’imitazione dei compagni di squadra. E che dire ancora della figlia adolescente di alcuni amici che dopo aver protestato per il possibile impatto estetico che i plantari potevano avere sulla sua “immagine”, è improvvisamente tornata a sorridere vedendo l’ampia scelta di fodere con cui rivestirli. Insomma abbiamo unito l’utile al dilettevole e restituito motivazione alla ragazza.
Pierpaolo Gasparini.
Negli ultimi anni sono disponibili dei sandali con plantare incorporato che si propongono di cambiare l’idea che in estate si debba rinunciare alla comodità dei plantari.
In primavera/estate si ricevono più sportivi del solito, podisti, ciclisti e runner… che naturalmente non utilizzano sandali con plantare, ma scarpe chiuse. Invece chi non pratica sport, molti di loro almeno, sembrano entrare in una sorta letargo inverso….
Sorpresi? Non credo, del resto sappiamo quanto possa diventare difficile indossare scarpe chiuse quando sale la temperatura e di conseguenza i plantari, necessari fino a poche settimane prima, sembrano subire un forte calo di necessarietà.
Ovviamente non sono le necessità strutturali dei piedi a cambiare, anzi, mi verrebbe da dire che chiediamo forse di più ai nostri sensori in movimento durante la bella stagione.
Stando più ore in attività i piedi lavorano di più e con più sforzo data anche la generale vaso-dilatazione che grava sull’apparato locomotorio.
D’altra parte nelle stagioni più calde il piede sta finalmente esposto al sole e all’aria e può così beneficiare di una maggior aereazione complessiva.
Come bilanciare quindi questi aspetti? Molti credono che di dover rinunciare ai plantari. Ma è veramente l’unica strada possibile?
Per realizzare i sandali con plantare incorporato, nuovi ed esteticamente alla moda possiamo ringraziare la tecnologia che attraverso l’evoluzione delle applicazioni di fresatura cad-cam ci ha dato una soluzione di non poco conto.
Da ameno 5 anni questa tecnologia è disponibile e devo ammettere che sembra aver creato una soluzione ponte tra le stagioni di cui sono personalmente molto soddisfatto.
Aggiungasi che negli ultimi anni si è sempre più affermata l’abitudine di indossare calzature e sandali comodi nella vita di tutti i giorni che in passato venivano considerati inadeguati ai contesti più formali.
Questo aspetto ovviamente ha a che fare con l’evoluzione del costume e della moda ma dato il mutamento in atto perché non trasferire questo beneficio anche ai piedi bisognosi di supporto realizzando sandali con il plantare incorporato, ma invisibile?
La soluzione ideale per chi necessita di plantari resta la scarpa chiusa per la sua capacità di mantenere fermo il calcagno e massimizzare la compensazione degli appoggi del piede.
Tuttavia abbandonare i plantari per molti mesi può risultare più nocivo alla postura e alla deambulazione che adottare una soluzione semplificata per la stagione calda.
I sandali con plantare incorporato rappresentano un buon compromesso per molti pazienti in quanto mantengono il piede in contatto con il sistema di compensazione personalizzato che si crea a partire dall’impronta computerizzata in movimento, raccolta in fase di analisi del passo.
Questa soluzione non è altro che una ciabattina-plantare, un binomio di buona efficacia funzionale e sicura convenienza economica che possiamo realizzare in colori, disegni e pellami diversi.
In questi anni ho proposto le ciabattine con plantare ai clienti con maggiore esigenza di continuità e ne ho costatato il buon funzionamento.
Non si tratta di sandali ortopedici con plantare estraibile, ma di sandali con plantare incorporato su misura studiato, come per le scarpe chiuse, sulla base delle esigenze specifiche di ciascun cliente.
Durante i controlli al termine della stagione calda i pazienti vengono in studio senza lamentare dolori o ricadute posturali serie.
In questo modo è possibile ripartire da un punto poco dissimile da quello in cui i piedi e la postura si trovavano nella stagione autunno inverno precedente.
Benessere, gradevolezza estetica e buona continuità di supporto consentono a molti pazienti di prendersi cura di piedi e postura senza troppe rinunce grazie ai sandali e ciabattine con plantare già inserito.
Come professionista dalla parte dei piedi sento di avere finalmente una risposta valida da proporre per quei casi meno problematici ma comunque bisognosi di supporto plantare continuativo.
In ultimo aggiungo che trovo divertente mostrare il catalogo e raccogliere le preferenze per la realizzazione delle ciabattine. Insomma si cambia stagione e si cambia vetrina anche nel mio studio.
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