L’importanza di camminare bene

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Inizio sempre la mia rubrica con un riferimento temporale, mi piace trasferire ai miei lettori l’idea che scrivo nel tempo presente, nella stagione e nel mese in cui loro leggono.

In questo periodo, più che mai sollecitato dagli eventi contingenti, cerco quindi di dare contributi concreti per il momento presente affinché i lettori possano riconoscersi e forse perfino ispirarsi per nuove idee e soluzioni.

Ciò detto, siamo giunti all’estate, per fortuna il tempo scorre senza curarsi delle vicende umane.

Un tempo per uscire e godere dei primi soli assistendo al risveglio della natura: colori, odori, suoni, caldo.

Come sempre, le difficoltà portano anche cose buone e questa abitudine, nuova per molti, è decisamente tra quelle. Lo dico anche per esperienza personale, da quando il tempo si è stabilizzato ho preso l’abitudine di andare giù al fiume a passeggiare con i cani, al mattino molto presto, prima di andare a lavorare.

Inutile dire che i benefici derivanti dal camminare sono tanti ma al tempo stesso non bisogna sottovalutare alcuni aspetti inerenti l’attività. Parlo ovviamente dalla parte dei piedi perché è a loro che chiediamo un impegno nuovo e diverso da quello che svolgono all’interno della casa o comunque in spazi ristretti.

Mi rivolgo in particolar modo ai debuttanti che non erano abituati a svolgere questo tipo di esercizio fisico con continuità ma in generale direi che il messaggio vale un po’ per tutti.

Camminare e correre all’esterno implicano una maggiore sollecitazione dei piedi e di tutto il corpo e possono diventare deleteri e penosi se gli appoggi plantari e la postura non sono ben supportati. Prima regola su tutte è quella di usare delle comode scarpe “sportive” ma in molti casi ciò non è sufficiente perché essendo prodotti standard non riescono a compensare e supportare il movimento in modo personalizzato.

Le ripercussioni più frequenti sono dolore a piedi e gambe, fastidio alla schiena e ricorso a posture inopportune che rendono più faticoso l’incedere. Infine o ci si fa male – magari mettendo male un piede – o comunque ci si arrende vedendo sfumare una preziosa opportunità. Dolore, frustrazione, delusione.

Non intendo fare promesse irrealistiche ma so di poter dare speranza a coloro che hanno dovuto rinunciare a passeggiare per i motivi citati e vorrei al contempo evitare a molti altri di affrontare questi stessi inconvenienti.

Ciò che occorre è semplicemente controllare la postura, analizzare il passo e gli appoggi plantari. Tre semplici esami che richiedono in totale circa un’ora del vostro tempo e che in cambio vi assicurano di “partire col piede giusto” alla conquista della vostra passeggiata quotidiana. Si tratta di chiedere al vostro apparato motorio di cosa necessiti per compiere uno sforzo maggiore. Tutto sommato è anche logico, per avere di più bisogna anche dare di più.

Al netto di casi particolari dovuti a patologie specifiche quasi tutti hanno il diritto e il dovere di camminare e di camminare bene. Con un accurato check up si può prefigurare il tipo di plantare necessario e realizzarlo in modo totalmente personalizzato. Il sollievo credetemi è enorme e il risultato, passeggiata dopo passeggiata, è garantito.

Un apparato sufficientemente supportato può raggiungere risultati inattesi e assicurare al corpo un reale beneficio. Calzare scarpe con i plantari diventa quasi irrinunciabile tanto è piacevole camminare sostenuti dal basso.

Per chiudere vi dirò che io stesso ho provveduto a realizzarmi un nuovo paio di plantari dopo aver a lungo rimandato come in quel proverbio che recita “il ciabattino ha sempre le scarpe rotte”. La passeggiata quotidiana era qualcosa a cui non intendevo proprio rinunciare!

 

 

Pierpaolo Gasparini